Un’intervista dolorosa e scioccante quella che la cantante Loredana Berté ha concesso al programma Domenica Live di Barbara D’Urso.
Loredana Berté ha parlato a cuore aperto nel salotto domenicale di Canale Cinque e ha raccontato i momenti più drammatici della sua vita privata. La morte della sorella Mia Martini, lo stupro subito da ragazzina, le botte del padre.
Violentata a 16 anni
Il racconto di Loredana Berté è dei più drammatici:
“Sono stata violentata. Avevo 16-17 anni. Ero l’unica ancora vergine nel mio gruppo di amiche. Facevamo le serate a Milano. Loro mi dicevano che era ora che trovassi la persona giusta. A Torino, c’era questo signore, un ragazzo, molto gentile. Per un mese mi ha mandato grandi mazzi di rose in camerino. Le amiche mi dicevano: “è quello giusto”. Mi sono detta che era arrivato il momento, mi sono fidata delle parole delle mie amiche. Così una sera ho deciso di cedere. Pensavo saremmo andati a casa sua, invece, mi ha portata in uno squallido bilocale. Era un uomo che aveva la Ferrari. Appena ha chiuso la porta alle nostre spalle, ho sentito un brivido, mi è preso un colpo. Volevo andare via. Lui mi ha presa a calci a pugni. Mi ha violentata. Mi ha strappato i vestiti. Io però sono riuscita a scappare. Non so come, sarà stata la forza della disperazione. Mi sono buttata in strada. Ero piena di sangue. Mi ha salvato un tassista. Mi ha portata in pronto soccorso. Ho odiato le mie amiche. Non lo potevo neppure dire a mia madre, altrimenti mi avrebbe picchiata anche lei. Dopo, non ho voluto più vedere un uomo per tre/quattro anni.”
La sorella Mia Martini
Nel corso dell’intervista la Berté ha parlato anche della celebre sorella, che è stata vittima di un pesantissimo bullismo.
“Quando uno è troppo brava, tu la distruggi, dicendo che porta male. Mimì non si drogava, si faceva una canna ogni tanto, ma hanno scritto di tutto. L’hanno infamata. Ancora la ricordano male.”
La cantante ha dichiarato di sentirsi in colpa perché pensa di non aver fatto abbastanza per starle vicino:
“Io mi sento un po’ in colpa perché penso che se avessi fatto qualche viaggio di meno e fossi rimasta un po’ più accanto a lei, a parlare con lei, forse sarebbe ancora viva. Io mi sono colpevolizzata per questo: non ho fatto un viaggio di meno per starle vicino. Lei insistette tanto per darmi un telefonino, io non l’ho voluto, se quella sera lo avessi avuto, lei sarebbe ancora viva. Io ci penso. Non mi perdonerò mai per questo.”
La Bertè, che di recente ha lavorato con Ligabue, ha anche parlato di suo padre, che picchiava tutta la famiglia e che il giorno del funerale di Mia Martini l’ha colpita pesantemente, fin quasi a farla cadere nella bara con sua sorella.